ROTTA FUTURA

Sulla sacralità della Vita

Sul principio della sacralità della vita
Testo breve

La sacralità della vita è ed era un principio fondamentale solo per una parte politica. Chi lo sostiene lo ritiene più che un principio morale, un dogma. Si fa fatica ad accettare che l'Illuminismo, l'Idealismo, il Marxismo e poi il Totalitarismo, per elaborazioni successive, hanno messo la vita delle persone tra gli elementi a disposizione dell'azione del Potere. Dal momento che le classi dirigenti del cd Occidente hanno cominciato a vedere scomparire il loro potere, hanno reagito mettendo in azione tutte le politiche che gli permettessero di rallentare o sviare la perdita di controllo sulle classi subalterne e sulle risorse comuni. La vita umana diventata bene disponibile nell'azione politica ha permesso i discorsi di eugenetica, parola composta di termini greci che vuol dire "buona stirpe", e di eutanasia, "buona morte"; in mezzo all'esercizio del controllo sulla nascita e a quello sulla morte, il Potere ha esteso con la propaganda il tentativo di controllo della vita quotidiana della popolazione, proponendo mano mano, a seconda dei loro interessi, modelli diversi di "buona vita". L'imposizione di modelli di vita positivi e stili da vivere fa emergere, per semplice differenza, i modelli di un vita negativa e indegna di essere vissuta e crea la necessità di reprimere tutte le fonti da cui provengono proposte di stili di vita alternativi: la religione, la filosofia, le tradizioni, piccoli e grandi gruppi organizzati non controllati.
I problemi che abbiamo nella condotta della nostra quotidianità provengono da questa pressione concentrica sulla libera vita, che il Potere vede come disfunzionale ai meccanismi sociali che servono i suoi interessi. L'estensione del controllo è giunta fino alla medicalizzazione faziosa della nascita e della morte: la selettività dell'esistenza in vita è conseguenza inevitabile di quel bisogno di controllo. L'ipocrisia del Potere, per ridurre il rischio di essere smascherato nel suo bisogno di morte altrui, ha necessità di illudere le classi subalterne che il controllo è fatto "per il vostro bene" e che la morte come strumento del Potere sia stata espulsa dal sistema politico: ecco quindi la scomparsa della pena di morte dai sistemi penali, il feticcio della Pace e del Disarmo, il preteso rifiuto della Guerra, degli eserciti di massa, del militarismo e l'esercizio della guerra sotto altro nome, "Operazione militare speciale", "diritto alla autodifesa", "difesa dell'aggredito dall'aggressore".

In realtà il Potere vuole la gestione libera della vita e della morte e la "Sacralità della Vita" è semplicemente un ostacolo all'esercizio illimitato di sé stesso. Il problema più grande che ha colui che invece vive ed abbraccia questo principio è che la propaganda ha trasformato in suoi agenti, come tanti Agenti Smith del film Matrix (1999), moltissimi individui che ripetono meccanicamente gli slogan pubblicitari della biopolitica di morte: sui vaccini, sull'eutanasia, sull'aborto, sul clima, sulla guerra. Tutte queste persone, fintanto che non vengono riconvertite al discorso di Vita, sono idealmente disumane e acerrime nemiche di chi crede nella sacralità della vita; vanno trattate e affrontate di conseguenza.