ROTTA FUTURA

Antropologia dello scambio e della moneta

 

Sibilia, Paolo, a cura di

Antropologia dello scambio e della moneta

Libreria Stampatori, Torino. 2006. 162 pp.

Percorso di ricerca di antropologi nella questione monetaria. Interessante per la proposta di alcune questioni, terminologie e materiali raccolti, disperante per la possibilità che questa scienza voglia contribuire al lavoro di altri studiosi. Si parla di "prezzo del sangue" e "prezzo della sposa" senza trattare questi concetti nell'esperienza europea, anche se sono concetti ben noti nel Vecchio continente. Forse la mia è la seconda generazione di donne che non hanno più tra i piedi la questione del corredo. La faida, la dote, sono concetti che si sono intrecciati alla vita quotidiana in Europa e sopravvivono in alcune culture contemporanee; eppure per l'antropologia un fenomeno sociale può essere studiato solo tra i Tiv o nei racconti degli Indiani d'America. Da sempre ho l'impressione che gli antropologi studino l'uomo solo a patto che sia quello non "civilizzato", come se fosse più autenticamente rappresentante della nostra specie se definibile "primitivo". Peggio ancora nel testo si mostra più volte - lo si dice a chiare lettere - di non voler utilizzare i concetti e gli strumenti degli economisti: questi antropologi pretendono di riscoprire e reinventare cose già appurate da altre scienze. Sui fenomeni descritti nei saggi si potrebbero fare altre ipotesi, se non ci si rifiutasse di usare gli argomenti dell'economia, sulla perdita di valore dei wampum o sul valore di status-symbol delle categorie di merce tra i Tiv. Nel campo della moneta questo è uno gran spreco di energie - in parte abbattuto nell'ultimo saggio -  e una riproposizione del pregiudizio già detto contro ciò che è civilizzato.
Più che di "antropologia" - una scienza che sviluppa un discorso sull'uomo - si fa antroposofia - filosofia che ripete un discorso sull'uomo, un uomo distante dall'Occidente e che va studiato senza ricorrere alle scienze dell'occidente. Così fatta, l'antropologia risulta sciocca seguace di Rousseau e la meno darwiniana delle scienze umane.