Congressisti, colleghi della stampa, invitati, camerati del Movimento Sociale Italiano.
Io credo che questo congresso debba innanzitutto puntualizzare alcune cose. Questa è casa nostra, non è la stazione centrale di un capoluogo di provincia da dove si entra e si esce secondo gli umori; il Movimento Sociale Italiano è tutta la nostra vita e ci auguriamo che possa essere il nostro futuro.
Nei congressi non si entra con i paraocchi. Il congresso, quando viene indetto, ha il dovere di promuovere il massimo del dibattito possibile. Quando è necessario anche scontri durissimi e lacerazioni, perché quando, come in una comunità come la nostra, si fa politica non per interesse ma per gli ideali, per la lotta politica, per la cultura politica, si ha anche il dovere di essere se stessi, anche quando questo non piace alla totalità degli altri camerati.
E quindi si entra nei congressi con delle posizioni e poi bisogna prendere atto di quello che accade durante il congresso. Perché i congressi vengono indetti, e il nostro anche per il momento politico nel quale cade, particolare, vengono indetti perché i partiti devono fare un esame di ciò che è stato fatto, devono darsi una nuova struttura organizzativa, devono deliberare tattica e strategia e progetto politico. E allora, beh, questi intolleranti che girano, ecco, io li condanno con tutto il cuore, perché sono gli stessi intolleranti che spesso sono saltati sul carro del segretario vincitore per poi abbandonarlo un secondo dopo e risalire sul nuovo carro.
Quindi, ognuno va rispettato per la propria storia, per ciò che esprime, anche perché ce ne sono troppi che, chiunque sia stato il segretario, solo nel periodo in cui quella persona ha retto la segreteria, sono stati fedelissimi, potremmo fare nome e cognome anche ai massimi vertici. E devo sinceramente dire che io di quella classe dirigente ero scontento da quando avevo 20 anni, 20 anni, ce l'ho 49, e io partecipavo ai congressi criticando quella classe dirigente che ha sbagliato spesso, però si mette sul piedistallo della verità assoluta, come se loro fossero al di fuori delle regole del dibattito politico.
Questa premessa è essenziale, perché io ieri, nel corso dell'intervento del segretario del Partito, brillante come sempre, sincero, ritengo, come sempre, ci sono state delle significative novità, perché quello che noi più temevamo era la scomparsa di quell'anima profonda nostra di Missini, poco conosciuta all'esterno, perché c'è un cliché negativo nei nostri confronti, ma quell'anima profondamente sociale, quella destra sociale, nazionale e popolare, che è la ragione stessa della nostra appartenenza al Movimento Sociale Italiano di chi, come me, è nato nel dopoguerra e non ha avuto l'onore di combattere nella Repubblica sociale italiana.
Allora, nei congressi bisogna prendere atto, quando ci sono dei segnali, e io credo che ieri l'onorevole Fini abbia ribadito con molta chiarezza che ciò che noi ci accingiamo a costruire, nella modernità, nel rispetto della democrazia, della libertà e del pluralismo, è una destra profondamente sociale, è la destra della gente contro i partiti e, se si vuole, anche la destra dei partiti. Questo è fondamentale, onorevole segretario, perché senza quest'anima profonda ribadita, solennemente, in questo congresso, bhe, dubbi ne avevamo tantissimi, perché noi non possiamo, in nome di una vittoria virtuale, diventare la destra dell'egoismo, la destra liberista, la destra che privilegia la remunerazione del capitale all'uomo e ai suoi valori. Noi questo non lo potremo mai diventare e io credo che la gente abbia votato per noi quando è caduto quel regime totalitario che ha retto il Paese negli ultimi 45 anni, io credo che la gente abbia votato per noi per questa profonda distinzione di identità sociale che tutti ci invidiano, specialmente quando a sinistra per un piatto di lenticchie hanno svenduto anche quel poco che avevano di positivo a rappresentare la dignità del lavoro.
Quindi questi segnali vanno colti, io credo che con la buona volontà, lo dicevamo questa mattina in una riunione c'era Rauti, c'era Erra, c'era Viglia, c'erano tanti militanti di base delegati, io mi auguro e mi rimetto in questo caso alla saggezza, perché mentre prima criticavo, e giustamente secondo me, la classe dirigente, che poi è sempre stata la stessa, salvo qualche iniezione nuova, però c'è un grande merito di questa classe dirigente, io mi ricordo il congresso dell'EUR quando Almirante lo illustrò da par suo e voglio dire, è inutile comunque... colgo l'occasione di ricordare e utilizzare frasi di Almirante se si dimentica che tutta la sua vita l'ha dedicata alla destra sociale, l'ha dedicata al popolo, quando c'erano le sirene del successo che tentavano di allettarlo, lui non si è mai spostato da quella posizione profondamente ideale, profondamente sociale. Allora Almirante all'EUR parlò, questa è la nostra classe dirigente - io devo dire che ho avuto amicizie, scontri, camerateschi, credo con quasi tutti - però è questa la classe dirigente che quando è in pericolo a casa comune, il Movimento Sociale Italiano, ha saputo mettere da parte rancori e posizioni per ritrovarsi compatta e unita a difendere il Movimento Sociale Italiano. Miei cari dirigenti, non è un referendum pro-contro-fini, la segreteria e la leadership di Fini non è in discussione, in questo congresso, qui non è quindi che si serve il nostro movimento tra chi è più e chi è meno realista del re, una classe dirigente ha il dovere di assumersi la responsabilità proprio nei momenti difficili e se ciascuno di noi ritiene che il segretario del partito non abbia individuato nel giusto modo un problema, una tattica, una strategia, non si è degni di essere classe dirigente se non si ha il coraggio di esprimersi liberamente. E allora io mi auguro che questi segnali, che non sono, parlavo a un giornalista, compromesso.
Certo, ho visto che già qualcuno si agita per le correntine di Alleanza Nazionale, ma quelli, voglio dire, vengono immarginati dalla comunità missina e dalla stessa comunità di Alleanza Nazionale, perché non si costruisce il nuovo contando i delegati all'interno della stessa maggioranza. E allora, io ritengo che c'era un dovere profondo, spendo solo dieci secondi, non è in discussione la mia stima, la mia amicizia nei confronti di Fini, credo, quantomeno la stima nei miei confronti da parte di Fini non sia venuta meno, però io ritengo che questo percorso sia profondamente sbagliato, e lo sia in termini politici futuri, e lo sia in termini ideali, e lo sia in termini di orgoglio missino, e ritengo di avere il dovere, non è la prima volta che si resta senza incarichi politici da parte mia, ma non vi è mai accaduto nulla se non successivamente conquistare qualche gradino in più, non si fas politica solo per le stellette, se ci sono... ben vengano, ma non è la prima volta che restimao azzerati di stellette e questo non ci ha impedito minimamente di far politica. Certo, c'è anche chi, se non ha il titolo di onorevole, fa un altro mestiere.
Io, se non l'avrò, continuerò a fare attività politica. Allora, caro segretario, noi abbiamo il dovere, ci piaccia o no, noi abbiamo il dovere entro domani sera, entro domani sera, di vedere se questi segnali, senza compromessi, alla luce del sole, possono diventare punti d'intesa tali da rafforzare il nuovo che deve nascere, anziché indebolirlo, e io sono convinto che ci sarà tutta la tua buona volontà, e hai fatto bene ad essere così determinato nel convincimento delle tue idee fino ad ora, però questo è il momento del confronto, della tesi, della discussione, del trovare punti d'incontro e non punti di divergenza. È la classe dirigente che è stata capace, in momenti difficilissimi, di ritrovare la unità, la solidarietà, la capacità di essere classe dirigente oggi più che mai, che è in discussione, tutta la nostra storia, la deve ritrovare, e io dissento, per esempio, abbiamo votato liberamente, comunque, e ciascuno di noi ha potuto liberamente parlare, alla riunione dei deputati, però secondo me l'astensione al governo Dini può rappresentare, potrebbe rappresentare, un gravissimo errore politic. Anche se ciascuno di noi, per onestà, si era anche pronunciato che, innanzitutto, la cosa più importante era salvare, era ed è salvare l'unità del Polo.
Però il governo Dini, caro segretario, secondo me non è una parentesi tecnica, secondo me rischia di essere il cuneo per riportare al potere quella vecchia Democrazia Cristiana mascherata, di riportare al potere, l'abbiamo visto con i sottosegretari, le responsabilità che hanno avuto, le cariche che hanno avuto in passato, e questo governo, qualora resistesse, qualora superasse la data del giugno, è un governo, caro onorevole Fini, che a mio avviso rischia di spaccare la destra e la sinistra, e i due Poli che dovevano nascere in Italia, di centro-destra e di centro-sinistra, rischiano invece di finire perdenti, e la nascita del centro politico significherebbe la restaurazione, e con tutto il rispetto e senza presunzione alcuna, eh, qualche errore è stato fatto perché poi, eh, la politic, mica, certo aha le sue velocità, i suoi ritmi frenetici, però non si deve mai perdere la capacità di confrontarsi e discutere con la propria classe dirigente. Quando i vertici dei partiti hanno perso il gusto di confrontarsi con le classi dirigenti, quei partiti si sono avviati al tramonto, e allora io credo che subito dopo le elezioni del 27 marzo, alcuni di noi, io, altri, noi valutammo, dicemmo che il Polo della Libertà doveva porre il problema della opportunità, non legittimità, legittimità, perché la Costituzione, la legge lo consente, la opportunità che si potesse costruire la Seconda repubblica, tenendo al vertice della magistratura, dell'esercito, della nazione, un presidente eletto dai deputati della Prima repubblica che gli italiani avevano mandato a casa, ed era una cosa estremamente democratica, si trattava di porre la opportunità, magari di eleggere lo stesso Scalfaro, ma rieletto dal nuovo Parlamento, legittimato dal voto popolare, e poi il lungo percorso, certo, i ministri appartenenti al Movimento Sociale Italiano, è stata una cosa, qualcuno diceva, un sogno che si è realizzato, però la prossima volta, che sicuramente ci sarà, questi ministri siano più popolari, più modesti, più vicini alla comunità missina, e siano anche più determinati a non conservare il posto a coloro che hanno spadroneggiato dai ministeri! Non è possibile una vittoria di quelle proporzioni per poi non toccare nessuno, per timore di farsi dire, "oddio, so' arrivati i fascisti!" Noi siamo stati mandati dal popolo per cambiare uomini, regole, obiettivi di questa Repubblica, e quindi io ho fatto questo richiamo e me ne scuso, perché ciascuno ha fatto anche il suo dovere, spesso magari isolatamente, senza le strutture, però noi dobbiamo renderci conto che noi siamo quella comunità ideale, e caro segretario, nella tua ottima relazione, nei punti significativi che ci sono stati ieri, però sinceramente io ho provato a scrivere tutto, anche le virgole da tenere, non ho trovato nessun supporto alla decisione di chiudere il Movimento Sociale Italiano, non l'ho trovato, c'è una affermazione, si chiude il Movimento Sociale Italiano, il Movimento Sociale Italiano ha terminato la sua funzione politica e storica e poi, giustamente, la esaltazione di questa comunità che ha pagato prezzi incredibili per la libertà, poi giustamente la esaltazione di questa militanza che non ha precedenti e che è tutta qui, ancora oggi. E caro Fini, per uscire dalla casa paterna, sapendo di non farvi più ritorno, beh, deve essere accaduta una tragedia, tremenda, in quella casa, oppure deve essere avvenuta una devastazione interiore alla persona che pensa di non tornare più nella casa paterna. Siccome la seconda ipotesi non può riguardare il nostro segretario del partito, e siccome in casa nostra non c'è stata nessuna tragedia, se non quella di vederci riconosciuti 40 anni di sacrifici, di lavoro politico, di militanza che abbiamo pagato con prezzi incredibili fino al sacrificio della vita dei nostri giovani militanti. Allora... Interviene Servello: "Teodoro, per favore..." Teodoro Buontempo rivolto a Servello: "Eh, scusa, Servello..."
Io credo invece, segretario, che quella casa non debba essere abbandonata, e che, siccome noi abbiamo invitato a casa nostra giustamente e generosamente coloro che missini non sono, però che con noi vogliono creare un'alternativa di governabilità di questo Paese, impedendo alla sinistra egemonizzata dal PDS di andare al potere.
Ebbene, nel fare questo noi non vogliamo più sentire, e mi dispiace, che non ci sia stata una reazione della classe dirigente, ieri solo nel passaggio di ieri del segretario del partito. Quando chi viene dall'esterno non si può permettere di dire "chi ci sta, ci sta; chi non ci sta, se ne vada!" Non si può permettere di dire che Alleanza Nazionale debba essere ripulita! Ma da che cosa?! Da che cosa?!! Così come
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Che non voglia restaurare la dittatura? Ma quando mai questa gente è stata razzista?! Dove?! Quando?! In quale documento?! Quando mai questa gente è stata antisemita?! Noi la violenza l'abbiamo subita sulla nostra carne, quando l'ultrasinistra protetta la regime...!, Quando l'ultrasinistra protetta dal regime bruciava le nostre case, le nostre sezioni, noi siamo una storia diversa, i nuovi amici, ecco questo sinceramente il segretario me lo devi perdonare, ma te la devo dire, e quando vengono dei nuovi amici, a costoro bisognava insegnare prima chi siamo in termini politici, morali, ideali! Perché dovendo noi fare un percorso insieme è necessario che ci sia la massima della lealtà, allora rivendicare l'orgoglio missino è il primo compito di una classe dirigente, perché noi non abbiamo nulla di cui vergognarci, noi non abbiamo nulla di cui non andare fieri, e voglio dire in questa situazione nella quale forse noi se avessimo indicato un probabile Presidente del Consiglio, non aver espresso tutta la solidarietà, tutta la lealtà che merita l'onorevole Berlusconi, se avessimo indicato un secondo primo, un uomo della Presidenza e del Consiglio di appartenenza politica, probabilmente il futuro sarebbe diverso, e se, fatto quell'errore non avessimo, non ci fossimo astenuti sul governo Dini, perché la sinistra io credo che pagherà duramente quella scelta, perché adesso pare che abbiano incassato a breve termine questo premio, ma quando i lavoratori si accorgeranno che sono in procinto di saltare i contratti collettivi di lavoro, quando i lavoratori si accorgeranno che questo governo porterà il lavoro affittato, privo di copertura, di previdenza sociale e di copertura di diritti, quando questo governo tra qualche giorno probabilmente metterà nuove tasse, se c'era un orgoglio del governo Berlusconi, forte, era quello che quel governo non aveva colpito i più deboli con facili nuove tasse o imposte, in modo che si potesse riprendere i cambiamenti economici. Allora quando la sinistra si accorgerà, quando gli operai che sono stati mobilitati per un disegno politico, si accorgeranno del grande tradimento dei partiti di sinistra, solo se troverà la destra sociale, sarà possibile in Italia impedire alla Democrazia Cristiana di poter riprendere il potere in questo Paese!
Interviene Servello: "Per favore, Teodoro, ora ti prego veramente di chiudere il secondo agli accordi, perché è mezz'ora! Teodoro Buontempo rivolto a Servello: "Onorevole Servello, io della mezz'ora, sinceramente, lo apprendo adesso, ti credo, ma solitamente in un congresso dove tutti voi avete detto che al 98%, ecco la maggioranza, a quel 2% con quattro interventi, dategli la libertà di potersi esprimere!"
Allora io credo invece che noi dobbiamo rivendicare con forza, perché qui non si parla più delle questioni essenziali di questo Paese, noi dobbiamo rivendicare la questione del lavoro, dobbiamo rivendicare la questione nazionale, dobbiamo rivendicare un futuro per i giovani, e allora perché noi ci dobbiamo far saccheggiare da coloro che ci vogliono morti politicamente? Vedi Fini, io so che tu hai risposto con molta determinazione nei momenti e nelle circostanze in cui ti sono state proposte, ieri giustamente hai detto "Buttiglione facesse la sua rifondazione democristiana," ma noi non possiamo accettare che ci sia il coro dei giornali e di coloro che ci odiano, che stimolano alle rifondazioni missine, perché la Democrazia Cristiana già l'ha pagata una scissione del Movimento Sociale Italiano, e contro di noi ci hanno provato con la scissione, ci hanno provato inventandosi gli opposti estremismi, ci hanno provato utilizzando pezzi dello Stato che dovevano difendere la libertà del cittadino verso quelle pagine oscure dello stragismo e della strategia della tensione, che abbiamo pagato, noi e i giovani di sinistra, mentre loro rimanevano a potere collusi con la mafia, la camorra e la 'ndrangheta.
Le scissioni non ci appartengono, le scissioni ... quel regime totalitario perché un'altra verità va detta, ma noi... ho visto un ordine del giorno in una federazione, io chiedo scusa, è un ottimo camerata, un ragazzo intelligente, eh, ma ci sono dei limiti, ma mi dite voi, noi che siamo stati minoranza in questo Paese, perseguitata, che ci hanno impedito di parlare, che ci hanno impedito di essere liberi, che ci hanno impedito di avere il posto di lavoro, ma vi pare a voi che dobbiamo cadere nel tranello di approvare ordini del giorno che non sono, che noi non siamo antisemiti, ma chi più di noi può rispettare le diversità, le minoranze, le specificità, chi più di noi ha nel sangue il profondo rispetto della democrazia, della libertà, perché noi l'abbiamo desiderata e se non ce la dava il popolo con il loro voto, questa banda che era il potere non ce l'avrebbe mai data.
Perché non ricordare cosa siamo? Sinceramente non c'è tempo, distribuirò domani quello che era il mio intervento scritto, perché dopo alcune frasi sbagliate, mha... devo dire, chi è che non sbaglia, io sono il primo, però quando Publio Fiori ci ricorda la destra sociale, io voglio ricordare a lui che lo ringraziamo che sta con noi, ma non ce l'ha portato lui, perché noi quei valori cristiani ce li abbiamo nel sangue, perché noi il fatto di privilegiare l'uomo a una società dove si guarda solo alla remunerazione del capitale, fa parte della nostra storia, e allora perché io mi chiedo in un momento difficile come questo, noi non dobbiamo riportare alla luce Spirito, Gentile, pur citati! Pur citati in questa tesi, perché ci dobbiamo far insegnare da altri cosa significa partecipazione, solidarietà, diritti sociali, non è questa forse la ragione di tanto rischio nella militanza politica, e allora, ordine della politica è affrontare la questione nazionale, quella questione nazionale che è fuggendo in Europa, si pensava di aver risolto semplicemente liberandoci dall'Italia, per liberarci dei mali che l'affliggono.
Oggi invece che i duri, durissimi trattati di Maastricht e gli accordi internazionali su commercio prevedono lo smantellamento degli stati, la omologazione delle nazioni, la cancellazione di identità e culture nazionali, noi dobbiamo essere capaci di difendere queste identità e queste culture nazionali, noi dobbiamo essere capaci di riprendere dalle encicliche papali che sono carne della nostra carne, le encicliche papali che sono tutta la storia culturale, politica e ideale del Movimento Sociale Italiano, allora io mi auguro, segretario, io mi auguro che con altissimo senso di responsabilità, Buttiglione non può prendere a piene mani le tesi di Spirito e di Gentile e poi dire che si deve scegliere il Movimento Sociale Italiano, grande responsabilità, è una comunità umana, non sciupiamola, non dividiamola, Alleanza Nazionale potrà essere la grande alternativa in questo Paese, ma solo se il cuore e l'anima sarà del Movimento Sociale Italiano, chi mai ha detto no ad Alleanza Nazionale? Noi abbiamo dato a Roma i migliori collegi senatoriali della Camera proprio a chi veniva dall'esterno per creare una destra moderna e allora non possiamo, che oggi, nel momento della vittoria, segretario, perché non ce l'ha fatto godere la classe dirigente questa vittoria? Perché la vittoria non è quella del 27 marzo, la vittoria è quando il regime traballante era ancora in piedi e noi, con il simbolo del Movimento Sociale Italiano e con gli uomini del Movimento Sociale Italiano abbiamo preso il 32 per cento dei voti a Roma, oltre il 30 per cento a Napoli, primo partito a Viterbo e abbiamo conquistato diciannove città. È da quel successo che è stata possibile l'attenzione nei nostri confronti, è da quel successo! E allora se persino Berlusconi disse in quella occasione "basta con il ricatto antifascista", perché ci dobbiamo ricadere noi, con la nostra comunità a questo ricatto antifascista che serve solo a tentare di ghettizzarci nuovamente o di spogliarci delle cose di cui andiamo più orgogliosi!
Impediamo, "ho capito..." Impediamo. Noi abbiamo bisogno, e concludo, noi abbiamo bisogno, segretario, sinceramente, di far capire che noi siamo contro la società materialista, sia essa a matrice marxista, sia essa a matrice capitalistica. Noi dobbiamo riempire di contenuto questo perché non solo l'Italia, ma l'Europa intera ha bisogno di noi.
Le nazioni le stanno spogliando, lo Stato viene negato, guai a quelle società che non hanno più lo Stato riequilibratore tra gli interessi del privato e quelli della collettività. Il degrado era perché i ladri di regime avevano occupato lo Stato facendone cosa propria. Noi dobbiamo riscoprire lo Stato.
Io personalmente sono contrario al federalismo. Non si può accettare il federalismo soltanto perché c'è un pugno di voti in Parlamento, perché il federalismo significa negare quel segno distintivo della destra, che è lo Stato etico. I popoli interi vengono spogliati, vengono spogliati dal punto di vista ambientale perché il Capitale non guarda in faccia a nessuno quando deve guadagnare. E si sono impoveriti i nostri fiumi, i nostri mari e c'è un dissesto idrogeologico che mette paura in questo Paese. Gli Stati si impoveriscono quando si perdono le identità, le culture e i punti di riferimento. Noi non vogliamo un'Europa dei mercanti, vogliamo l'Europa dei valori, delle idee, della cultura e della tradizione europea.
Noi non vogliamo le monoculture, che significa spogliare interi Paesi delle proprie risorse agricole e delle proprie ricchezze. E cari camerati, cari giornalisti, cari osservatori esterni, la libertà è il nostro sogno. Noi in Italia siamo gli unici veri garanti di questa libertà, gli altri pensano che ci possa essere una democrazia meno uno.
La democrazia è completa o non lo è. E allora gli italiani che ci hanno votato, hanno votato perché volevano una nuova forza politica che non facesse giochi di palazzo e non somigliasse alla vecchia classe dirigente. Ci hanno votato perché non trovavano più chi potesse interpretare le sofferenze di chi guadagna 800 mila lire al mese come dipendente comunale in una città dove non basta neppure per pagare l'affitto di casa. Ci hanno votato perché si aspettavano da noi che cancellassimo l'odiosa tassa su una casa, L'I.C.I., che è una rapina nei confronti della gente per bene.
Noi non abbiamo bisogno di insegnamenti, abbiamo bisogno di insegnamenti della gente umile, abbiamo bisogno di stare in mezzo alla gente per avere i piedi per terra, per avere la sensibilità di capire le sofferenze profonde che ci sono in questo Paese. Guai a noi se vincesse il disegno della finanza internazionale, che è quello di sfruttare nel terzo mondo i bambini, le donne, senza protezioni sociali, pur di vendere a basso costo in Occidente e in Europa. "Teodoro, per favore... E quando "Ho concluso..." si parla di diritti sociali non è torcicollo, non è, nel maniera più assoluta, nostalgia. Però dobbiamo dire, santo Iddio, che assegni familiari, contratti collettivi del lavoro, protezione, pensioni, loro non regalano ad Agnelli e De Benedetti i soldi dei lavoratori che hanno investito per la loro pensione. Però oggi si sta smantellando tutto questo. L'allarme che noi dobbiamo dare è che c'è il mercato, l'alta finanza, che non guarda più in faccia nessuno. E se sono stati capaci di promuovere guerre, come non ce ne sono mai state in questo dopoguerra, per il profitto, non si faranno avere scrupoli al vedere migliaia, milioni di bambini affamati, sfruttati. Questi sono i nostri obiettivi. Questa è la nostra democrazia, questa è la nostra libertà.
Cari Camerati, Teodoro Buontempo rivolto a qualcuno nel pubblico "dico quello che ritengo e che tu puoi contraddire". Allora, caro Fini, tu che hai avuto da Giorgio Almirante, hai avuto la... ti è stato passato il testimone, non della segreteria, ma dalla guida di questa comunità. Io ti prego con tutto il cuore, e lo faccio anche a nome di tanti Camerati, anche tantissimi in questa sala, che non se la sentono, per amicizie nei tuoi confronti, di dirti quello che pensano.
Salva il Movimento Sociale Italiano! Salviamo il Movimento Sociale Italiano! Troviamo una formula per coniugare il nuovo, la destra moderna, per dare strumento di lotta politica a chi viene dall'esterno, massimo rispetto a tutti, anche perché abbiamo il dovere di dare a quei cittadini che credevano nei grandi ideali del socialismo, della cristianità, a quei grandi ideali del liberalismo, traditi dalle loro classi dirigenti di ladri e di cialtroni, abbiamo il dovere di dare loro la possibilità di costruire la nuova società e la nuova Repubblica. Abbiamo questo dovere, noi siamo, ha detto Fini, noi siamo nati per servire la patria, ma siamo anche nati, caro Segretario, per ridare dignità ai vinti e per portare questo Paese, dopo 50 anni, alla pacificazione, che noi vogliamo con tutto il cuore. Fai in modo, troviamo, discutiamo, restiamo la notte svegli, incontriamoci con gli amici che incontreremo domenica, prima, per vedere come sarà possibile non far disperdere questo grande patrimonio umano, come sarà possibile coniugare una Alleanza Nazionale con l'antico Movimento Sociale Italiano.
I giovani hanno votato per noi, più del 50%, ci hanno votato per quel sogno, per la Città del Sole, per la città dei diritti, non ci hanno votato per cinque ministri in più e per undici sottosegretari. Non togliamo loro queste bandiere, questi riferimenti ideali, non abbandoniamo migliaia di giovani all'estremismo, non consegniamo le nostre idee al linciaggio politico e morale. Facciamo in modo che questa fiamma tricolore non resti soltanto per una legge del mercato che nelle fusioni non si fa scomparire l'impresa con la quale si trova l'accordo commerciale.
Dietro quella fiamma c'è una cosa immensa, una potenzialità immensa. Attenzione a quando il governo Dini aprirà gli occhi alla sinistra che la gente non venga a cercarci in un posto dove non ci siamo più. Noi, con l'orgoglio di sempre, guardando al futuro, a garanzia della libertà, possiamo gridare forte con lo sguardo rivolto negli occhi dei nostri avversari. Viva! Viva il Movimento Sociale Italiano! Viva! Viva Alleanza Nazionale! Viva! L'onorevole Gianfranco Fini se sarà capace trovare l'unità e di difendere questa nostra comunità.
Viva i nostri giovani militanti! Viva questo congresso che sarà un congresso storico, a servizio della gente, del Paese, dei diritti, della solidarietà, della democrazia, contro il totalitarismo della vecchia partitocrazia. Viva l'Alleanza Nazionale! Viva il Movimento Sociale Italiano!
Servello: "Cari congressisti, grazie Teodoro, annuncio allora che è scaduto il termine per la presentazione degli amendamenti e degli ordini del giorno. Ne sono stati presentati parecchi che vengono ora devoluti alla competenza delle commissioni. È scaduto il termine per la iscrizione a parlare. Annuncio che, avendo fatto una serie di deroghe, compresa questa, del resto preannunciata, a favore di Teodoro Bontempo, non possiamo osservare i tempi prestabiliti e quindi saremo nella necessità di fare una seduta notturna. Quindi coloro i quali saranno penalizzati non devono prendersela con noi, ma soltanto con i tempi ristretti, pur in un lunghissimo congresso che non ha precedenti nella nostra storia Ora darò la parola prima a Maurizio Gasparri e poi ad Alessandra Mussolini. Prego. Gasparri":
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