Cantiere Italia
DOCUMENTO POLITICO
Roma, 25 NOVEMBRE 2018
Sovranità è la parola chiave su cui è possibile costruire una nuova polarità politica, capace di stravolgere tutti gli schemi precostituiti. Sovranità dello Stato nazionale che si fonda su popolo, territorio, ordinamento giuridico. Uno Stato autorevole e perciò stesso non sottomesso ad alcuna altra entità, sia essa sovranazionale o regionale, né subalterno ad alcun potere di ordine economico e finanziario. Un Progetto nazionale ed europeo, in grado di esprimere e
realizzare un disegno civile, politico, culturale nel segno della identità, della tradizione, di una visione comunitaria e sociale.
Sono queste le coordinate dell’azione politica di una Destra che rivendica la Sovranità nazionale e popolare. Una Destra fiera della sua autonomia e dei suoi valori, capace di leggere le trasformazioni in atto a livello locale e globale e di sviluppare politiche adeguate alla sfida dei cambiamenti. Anzi, essa stessa capace di incidere sui processi di cambiamento restituendo senso alla Politica e orientamento ai valori.Il nostro è un tempo segnato da profonde modificazioni strutturali. Cambiano gli assetti, i modi di vita tradizionali. Cambiamenti causati dai processi di sviluppo globale, che vanno ben al di là della internazionalizzazione delle attività economiche e dei commerci. La Globalizzazione poggia le sue dinamiche su un processo scientifico e tecnologico rivoluzionario che incide sugli stili di vita, sul pensiero (omologandolo nel “pensiero unico”), sullo spazio e sul tempo. Impone la cultura del presente, che cancella passato e futuro. Incrina le antiche certezze su cui poggiavano le nostre società. Modifica linguaggi, concetti, paradigmi. In questo contesto si avverte come mai prima d’ora l’urgenza di un recupero di Responsabilità. Responsabilità nei confronti di un Paese che cerca il cambiamento e la liberazione da antichi condizionamenti nazionali ed internazionali. Responsabilità che va coniugata con una Idea di Progetto di grande respiro.
Un Progetto per l’Italia che racchiuda un’idea di sviluppo nel campo sociale ed economico, promuovendo realmente il Made in Italy, il reddito degli italiani e il mercato interno, che non deve essere invaso dalle importazioni provenienti da paesi privi di regole sociali e ambientali. Un Progetto per l’Italia che valorizzi il suo immenso patrimonio culturale, le sue bellezze naturali e il suo territorio e la sua eccezionale produzione agroalimentare. Un Progetto che renda l’Italia protagonista nel Mediterraneo, come la cerniera tra Nord e Sud, tra Est ed Ovest. Un Progetto per un’Italia che punti decisamente alla ri-costruzione dell’Europa, ad una idea di Europa diversa da quella, fallimentare, di oggi. Non abbiamo bisogno, come affermano gli eurocrati e le attuali élite di Bruxelles, di “più Europa”, ma di un’Europa diversa, dove la libera circolazione delle merci e delle persone non avvenga a scapito della sovranità degli Stati nazionali. Un’Europa con un mercato unico, certamente, come lo era in passato, ma senza i vincoli che fin qui hanno ingabbiato la libertà di scelta dei popoli e dei loro rispettivi governi.
I trattati che fin qui dicevano di puntare a costruire una Europa coesa politicamente non hanno dato risultati positivi. Al contrario, la crisi finanziaria (che poi è diventata produttiva e occupazionale) ha messo in evidenza l’inesistenza di veri strumenti di difesa e di protezione sociale ed economica. Le povertà sono aumentate in linea esponenziale, fino ad investire il ceto medio in tutti i Paesi dell'Eurozona, con punte particolarmente acute nell’area del Sud Europa. A un decennio dal fallimento della Lehman Brothers ancora non si intravedono vie d’uscita da un sistema che ha bruciato capitali e distrutto lavoro nel mondo industrializzato. In questo quadro, l’Europa perde sempre più terreno rispetto alle superpotenze di Usa, Cina e Russia. Con conseguente perdita di centralità e di valore. Aggravata dalla cecità che le impedisce di guardare alla Mosca di Putin nella dimensione di un Continente che vada dagli Urali all'Atlantico, ricucendo la trama che lega radici cristiane, culture, storie, filosofie, dipanatesi nel corso dei secoli.
Il quadro fin qui sinteticamente tracciato fa da sfondo alle scelte e alle decisioni che la Destra italiana dovrà assumere se non vorrà disperdere le proprie potenzialità o, peggio, immiserire la sua storia passata nella pesca delle occasioni. La Destra, storicamente, è sempre stata portatrice di una visione di società, di una cultura, di una idea di socialità, di una concezione spirituale della vita. Ridurne la portata ad un ruolo subalterno, privo di una autonomia di pensiero, relegarla ad una funzione aggiuntiva per fini meramente elettorali significherebbe svilirla, annullarla definitivamente.
È evidente che dopo le elezioni politiche del marzo scorso il centrodestra, come lo abbiamo conosciuto e vissuto dal 1994 in poi, non esiste più: l’affermarsi delle forze sovraniste e populiste (Lega e Movimento 5 Stelle) ha scompaginato gli assetti politici precedenti e lo stesso bipolarismo Destra/Sinistra. Dare rappresentanza al Paese nell'epoca dei populismi implica, certamente, una scelta di campo tra chi sta dalla parte delle oligarchie (finanziarie, tecnocratiche, eurocentriche, globaliste) e chi si oppone a questo nucleo di potere, difendendo spazi di sovranità e di libertà. La Destra che vuole la sovranità non ha dubbi su quale sia il versante in cui posizionarsi. Vede nel primato della politica e della sovranità popolare sull'economia la chiave di volta per domare il capitalismo rapace, la finanza speculativa, la dittatura delle grandi concentrazioni bancarie. Aspira alla costruzione di un’economia sociale di mercato, dove lo Stato, recuperando autorevolezza e gerarchia, torni a essere presente nella gestione e nel controllo delle attività e delle strutture strategiche dell’economia nazionale. Difende i valori della famiglia, con una preminente attenzione alla nascita e all'educazione dei figli. Promuove politiche attive per la crescita demografica, al fine di invertire il trend negativo che ha investito sia l’Italia che l’Europa. Guarda al Mezzogiorno e alle sue potenzialità in una ottica nazionale al fine di saldarne lo sviluppo con le aree più avanzate del Settentrione. Pensa che il regionalismo, nella sua valenza neo-centralista, foriera di nuovi e più pesanti centri di spesa, vada ripensato. Così come va ridefinito il sistema delle autonomie territoriali dopo il varo dalla riforma Delrio, con particolare riguardo al recupero del governo dell’area vasta su base provinciale, come soggetto terzo di programmazione strategica tra livelli intercomunali. Sul piano degli assetti istituzionali auspica l’elezione di un’Assemblea Costituente per costruire una nuova architettura istituzionale che superi il bicameralismo perfetto e consenta l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, e avvii la ridefinizione degli assetti autonomistici dopo i guasti provocati dalla riforma del Titolo V della Costituzione. La Destra che vuole la sovranità si fa carico, come già detto, di una idea di Europa confederale, solidale, sociale, rispettosa della sovranità delle nazioni. Guarda al Mediterraneo e al continente africano come ambiti entro i quali l’Italia torni ad essere protagonista, soggetto attivo economicamente, socialmente, culturalmente. Lo stesso problema migratorio, che grazie al Governo giallo-verde ha trovato nel ministro Salvini un abile e concreto interprete delle istanze di blocco dei flussi di immigranti irregolari e un recupero di autorevolezza nei confronti della perdurante indifferenza dell’Europa verso il nostro Paese, deve ora trovare una più articolata e complessa risposta che dia concretezza allo slogan “aiutiamoli a casa loro”, a fronte dei guasti provocati dal neo-colonialismo rapace delle grandi multinazionali, dei settori finanziari e dei fondi sovrani cinesi. In sintesi la Destra vuole la sovranità per difendere e promuovere l’identità e l’appartenenza comunitaria del nostro Popolo, per ridare dignità alla civiltà italiana nel contesto europeo.
La Destra che vuole la sovranità avverte l’esigenza primaria di dare una risposta alla carenza di classe dirigente, non solo nel campo politico. Il declino di cui soffriamo trova in questa carenza la principale delle sue cause. Gli stessi processi di deresponsabilizzazione sono il prodotto di una assenza di classe dirigente adeguata, non solo del sovraccarico di norme, regolamenti, codicilli spesso contraddittori tra loro e tale da rendere rischiosa qualunque decisione, su cui comunque appare indispensabile mettere ordine. Gli elementi fin qui trattati rappresentano solo la base di una riflessione comune tra forze che si richiamano ad una comune matrice di Destra per giungere ad un Progetto condiviso per l’Italia. La Destra che vuole la sovranità li mette a disposizione per la nascita del Polo sovranista italiano.
Il nostro obiettivo è quello di contribuire a costruire il POLO DEL SOVRANISMO RESPONSABILE E DI GOVERNO A DIFESA DELL’INTERESSE NAZIONALE, per portare l’Italia fuori da una condizione di sudditanza in Europa e nella Globalizzazione, senza avventure e senza demagogia. Per raggiungere questo obiettivo il mondo della Destra può avere un ruolo decisivo se riuscirà a superare la diaspora che lo ha diviso dopo lo scioglimento di Alleanza Nazionale e la fine del Popolo della Libertà.
Crediamo profondamente sbagliato affrontare questo momento in chiave individuale o di gruppo, cercando di entrare in ordine sparso nei partiti che oggi si richiamano a posizioni sovraniste. Al contrario la DESTRA CHE VUOLE LA SOVRANITÀ SI DEVE RITROVARE IN UNA CASA COMUNE che permetta di esprimere proposte politiche e selezionare una classe dirigente realmente rappresentativa. Questo non vuol dire cercare scorciatoie costituendo partiti e partitini, o aderire a cartelli elettorali finalizzati solo a superare il quorum delle prossime elezioni europee, significa invece confrontarsi come AREA POLITICA ORGANIZZATA con le leadership naturali che sono emerse in questi anni. A cominciare da MATTEO SALVINI AFFERMATOSI COME LEADER NATURALE DEL POLO SOVRANISTA, per giungere fino a Giorgia Meloni che sta lanciando in questo periodo messaggi di aggregazione. A tutto questo mondo noi chiediamo di superare i personalismi, di evitare chiusure nell'aggregazione territoriale, di aprire UN GRANDE DIBATTITO SUI CONTENUTI PROGRAMMATICI DEL SOVRANISMO E SULLE FORME ORGANIZZATIVE CHE QUESTO DEVE ASSUMERE.
Noi proponiamo che IL POLO SOVRANISTA ASSUMA UNA FORMA CONFEDERALE, federando insieme tutti i movimenti, le associazioni e le liste civiche disponibili ad unirsi attorno ad un preciso progetto politico. Per fare questo, proponiamo di lanciare, subito dopo le elezioni europee, GLI STATI GENERALI DELLE FORZE SOVRANISTE per dar vita a un Progetto politico ampio, diffuso, articolato nel tessuto nazionale, che tenga conto delle specificità dei territori e organizzi la sua presenza attiva con regole certe e forme di selezione appropriate.
A questo appuntamento la Destra non deve arrivare in ordine sparso. Per questo CANTIERE ITALIA SI COSTITUISCE COME RETE DI SOGGETTI POLITICI E SOCIALI che si richiamano ai valori, alle idee e alle proposte sin qui riassunte, per implementare e rafforzare, mantenendo autonomia organizzativa e decisionale, l’asse che oggi vede nella Lega di Salvini l’elemento propulsore di una nuova polarità sovranista. A tal fine il Comitato promotore si impegna a costituire UN COORDINAMENTO PERMANENTE delle associazioni, movimenti, gruppi che a vario titolo aderiscono al Progetto di Cantiere Italia. Come strumento di questa aggregazione lanciamo sul web la PIATTAFORMA MARCONI (nome scelto come richiamo al valore della tecnologia della comunicazione ed al genio Italiano), in alternativa alla Piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle, come luogo di confronto, di reclutamento e di voto per tutta l’area di Destra e tutto il mondo sovranista. Cantiere Italia ha già raccolto quasi 100 personalità politiche della nostra area, ma siamo convinti che esista una DESTRA SOMMERSA fatta da tanti cittadini, comunità e ambienti che possono e devono emergere per far sentire la propria voce al di là di tutte le vecchie gerarchie consolidate.
Da qui alle elezioni europee dobbiamo dare vita ad una grande MOBILITAZIONE MOVIMENTISTA, CONTRO I VINCOLI DELL’UNIONE EUROPEA sulla politica economica italiana e, insieme, PER INTERPRETARE LE ISTANZE DELLE CATEGORIE CHE CHIEDONO AL GOVERNO SCELTE POLITICHE REALMENTE IN GRADO DI PORTARE L’ITALIA FUORI DALLA CRISI ECONOMICA E SOCIALE. Per questo indossiamo simbolicamente i GILET GIALLI che contraddistinguono la protesta popolare che sta sancendo la fine politica della Presidenza Macron.
Noi siamo convinti che dopo le elezioni europee si potrà aprire una NUOVA FASE POLITICA IN CUI IL POLO SOVRANISTA, RACCOGLIENDO TUTTE LE MIGLIORI EREDITÀ DEL VECCHIO CENTRODESTRA, POTRÀ AFFRONTARE LE PROSSIME SFIDE ELETTORALI CON UN CHIARO E RESPONSABILE PROGETTO DI GOVERNO.
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Tel. 0642012076 - 3381113753 - 0697845737 - 0645508416 - 3891534999
l Comitato promotore di Cantiere Italia: Silvano Moffa, Gianni Alemanno, Claudio Barbaro, Giorgio Ciardi, Marco Cerreto, Elena Donazzan, Massimo Giorgetti, Alfredo Iorio, Mario Landolfi, Marco Martinelli, Roberto Menia, Vittorio Pesato, Paola Pincardini, Livio Proietti, Daniele Toto, Pasquale Viespoli.
Hanno partecipato: Corrado Amorese, Associazione Futuritalia di Perugia, Associazione Italia Attiva, Antonio Aumenta, Roberto Bacheca, Gianfranco Bardanzellu, Luca Bellotti, Gerardo Bigliardo, Domenico Benedetti Valentini, Franco Bevilacqua, Bettina Bolla di Donnedamare, Nicola Bono, Biagio Cacciola, Giovanni Caliceti, Domenico Campana, Brian Carelli, Luigi Celori, Giulia Ciapparoni, Giorgio Conte, Felice Costini, Candido De Angelis, Ferrante De Benedictis, Paola Dell'Aira, Aldo Di Lello, Editrice Ecclettica, Michele Facci, Fabrizio Fratus, Angela Fusco Perrella, Massimo Malanima, Annalisa Maregotto, Stefano Masi, Eugenio Minasso, Sabino Morano, Domenico Nania, Adriano Napoli, Gianluca Porta, Antonio Pasquini, Francesco Proietti Cosimi, Francesco Quintiliani, Daniele Romeo, Eugenio Sangregorio, Alessio Saso, Vincenzo Sofo, Marcello Taglialatela, Fabrizio Tatarella, Antonio Tisci, Antonio Triolo, Gianluca Vignale, Vincenzo Zaccheo, Marco Zacchera, Charlie Zanon.
Interventi: Vittorio Pesato, Giorgio Ciardi, Tavola Rotonda istituzionale con Stefano Balleari (Vice-Sindaco di Genova), Guido Castelli (Sindaco di Ascoli), Antonio Cicchetti (Sindaco di Rieti), Leonardo Latini (Sindaco di Terni), Salvo Pogliese (Sindaco di Catania), Donato Toma (Presidente Regione Molise), Intervista al Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini di Marco Cerreto, Tavola rotonda economica con Paolo Francesco Capone (Segretario Generale UGL), Luciano Barra Caracciolo (Sottosegretario per gli Affari Europei), Gian Maria Fara (Presidente Eurispes), Giuseppe Mazzullo (Direttore Generale Cicas), Antonio Rinaldi (Link Campus University), Marco Rocco (Scenari economici.it). moderata da Pasquale Viespoli, Intervista video a Guido Bertolaso, Tavola Rotonda culturale con Francesca Barbi Marinetti, Francesco Giubilei, Massimo Magliaro, Gennaro Malgieri, Alessandro Meluzzi, Edoardo Sylos Labini. Introduce e modera: Salvatore Santangelo, Incontro con Philippe Vardon, dirigente del Rassemblement National, Intervista a Giancarlo Magalli di Silvia Cirocchi, Tavola Rotonda: Claudio Barbaro, Cinzia Bonfrisco, Maurizio Gasparri, Gabriella Giammanco, Marco Martinelli, Mario Mauro, Adolfo Urso, Francesco Zicchieri. Introduce e modera: Giovanni Alibrandi, Interventi conclusivi CANTIERE ITALIA: Roberto Menia, Mario Landolfi, Gianni Alemanno, Silvano Moffa