#FertilityDay
La campagna del ministero sul #FertilityDay non parla di fare più figli, si occupa del controllo delle nascite.
I termini del discorso sono il denaro e il tempo. Chi ha moltissimo denaro non si pone il problema del tempo per avere i figli perché non incidono sul suo stile di vita che resta ottimo. Chi ha pochissimo denaro fa i figli senza preoccuparsi - non per nulla li si chiama "proletari" - il suo stile di vita resta ridotto alla sopravvivenza. I figli dei "poveri" sono la prova ridente e birichina della sciocchezza dell'affermazione «non posso avere figli finché non avrò un lavoro stabile» oppure «la laurea»; chi ripete queste parole dice «non posso» quando non ha il coraggio di dire «non voglio».
Il controllo delle nascite con ritardo della procreazione riguarda coloro che antepongono la tutela del benessere individuale al progetto genitoriale e che preferiscono dedicare gli anni della fertilità biologica al successo economico. Persone per le quali il bisogno esteriore di successo economico schiaccia il bisogno intimo della riproduzione. Più tardi, quando la fertilità scema, cercano di aggiungere alla "roba" il concepimento di un figlio. Per farlo si rivolgono alle tecniche di supporto alla fertilità. Cioè alla fecondazione assistita;
nella maggior parte dei casi - poiché il problema che si viene a creare è di fertilità - comprano la fertilità di gameti altrui. La campagna del ministero parla a chi si rivolge alla fecondazione assistita o eterologa. Si parla ancora di legge 40 del 2004. Si parla di cliniche dove i cicli di fecondazione costano tra i 4.000 e i 6.000 euro a colpo. Si parla di mettere questi soldi a carico del SSN. Basta leggersi le dichiarazioni dei parlamentari e dei consiglieri regionali che fanno parte delle forze di governo, sia oggi che quando il Fertility Day è stato lanciato, a maggio.
Per loro la "fertilità" è quella medica, con le provette.
Non si parla delle malattie sulla fertilità, ma del tempo per fare i figli. Non si propone nulla per sostenere economicamente la genitorialità in modo equo per tutti. L'argomento è: legge 40, denaro.
Si sta mettendo a carico delle Regioni il controllo delle nascite nelle categorie benestanti, per farle essere ancora più benestanti. A luglio una sentenza ha obbligato la Regione Lombardia a restituire per intero le spese per l'eterologa. Tra pochi mesi tutte le Regioni pagheranno tutte le pratiche di fecondazione assistita a donne poco fertili perché attempate - non malate, solo biologicamente anziane per avere figli.
Domanda: che tipo di persone è in grado di anticipare tra i quattro e i diecimila euro per un programma di concepimento assistito, da farsi poi rimborsare dallo Stato? Il bidello e il calzolaio? Oppure l'avvocato di successo, il preside di facoltà, il dirigente d'azienda?
Il Fertility Day parla a chi ha ritardato il concepimento per studiare e fare i soldi, per rimborsargli con denaro pubblico i soldi delle cliniche che gli impiantano ovuli e sperma. Il controllo delle nascite di avari benestanti viene messo a carico della Sanità dei proletari, perché hanno la colpa di fare i figli per tempo e pagare meno tasse dei primi che considerano la Sanità roba loro.
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(pubblicità di una clinica spagnola che ha aperto una filiale a Modena nel 2015)