ROTTA FUTURA

«Sono un ragazzo fortunato...»

«... perché m'hanno regalato un sogno»... cantava un giovane Jovanotti.
Anch'io sono un ragazzo fortunato, tre volte ventenne. La primissima cosa che mi ha regalato il 2025, la prima cosa che ho letto appena svegliato la mattina del 1° gennaio, è la conferma che quello che sono andato dicendo per anni, è vero. Con l'arresto di Gianni Alemanno, per delle irregolarità sulla condotta della misura alternativa al carcere, il regimetto che governa l'Italia dimostra di avere tutte quelle caratteristiche di cui l'abbiamo accusato tante volte, cioè di non essere un governo, di non esserlo di uno Stato democratico.
Gianni Alemanno è il segretario del mio partito, un partitino d'opposizione extraparlamentare, quasi invisibile a occhio nudo; alle elezioni regionali della Liguria abbiamo fatto meno del 0,3%, ma siamo un partito e in una democrazia non si arrestano i segretari di partito, se non per reati gravissimi. Invece nel regimetto ridicolo la colpa di dire quello che il governo non vuole che si dica, che la guerra in Ucraina è persa per il cd "occidente", che il governo di Israele è una banda di assassini di bambini, che a palazzo Chigi si fanno le stesse politiche del governo Draghi, ecco, queste sono le colpe inammissibili che ti portano in galera.

Secondo i giornali, così scrive il magistrato: «personalità callida, pervicace e priva di scrupoli». Ho dovuto chiedere a mia moglie che diavolo voglia dire "callida", dice che è tipo "furbo, astuto", che è callida per antonomasia la volpe nelle traduzioni latine. Forse anche il signor magistrato ha fatto un po' troppo latino a ammucchia aggettivi sulla personalità di Gianni, che non ha ammazzato nessuno, non stava per scappare o compiere reati da giustificare la destinazione a Rebibbia urgente la notte di Capodanno. Il provvedimento è un simbolo, la punizione esemplare per la nostra volpe appassionata di montagna.
Il popolo bue e i suoi capi mandria muggiscono che «le regole si rispettano e sono uguali per tutti». Come no! Tempo fa uno straniero ha concluso una serie di denunce per aggressione con un omicidio con stupro e il giudice che se ne doveva occupare non ha saputo dire altro che il delinquente aveva «un fisico spettacolare». Quello è "spettacolare", Alemanno è "callido". Anch'io vorrò un giorno essere così callido, avere una magistratura faziosa che mi segue con intercettazioni e pedinamenti per quello che dico e faccio mentre sono sottoposto ad una misura per una condanna per traffico di influenze (non di cocaina o armi, di influenze), mentre il paese è affollato di migliaia di persone con denunce, condanne, decreti d'espulsione, zone rosse, ordini di non avvicinamento, che non gli si fa rispettare. Queste persone fanno come gli pare, ammazzano, rubano, spacciano ancora e solo dopo che hanno violato le grida dei giudici italiani tocca ai cittadini raccattare i cocci. Anche questa è la caratteristica di un regimetto: una magistratura faziosa che si disinteressa dei cittadini in generale e si interessa di più di alcune persone in particolare, più dei propri privilegi e del potere, una magistratura che si accorda con la politica e il governo a tavolino per decidere chi viene promosso e quale processo si deve fermare. Ce lo ha raccontato Palamara e i giudici più bravi a destreggiarsi poi vanno in parlamento. Non c'è separazione dei poteri, come fate a chiamarla "democrazia"?
Non chiamatelo neanche "regime", perché quello ha bisogno di personaggi veri, uomini di ferro che incutono timore con la loro forza di volontà e scrivono le loro malefatte nei libri di storia. Qui siamo circondati da ometti verdi di bile o gialli di paura che scrivono nello ordinanze "protervo", "eccezionale", "assolutamente".
Gianni Alemanno è stato messo in galera con un solo obiettivo: impedirgli di continuare ad andare in televisione a dire quello che pensano gli iscritti del Movimento Indipendenza e molti italiani, perché tutti devono sentire solo la versione ufficiale dei giornali e della televisione, la versione del governo come approvata a via Veneto nell'ambasciata dei nostri amici d'Oltreoceano e poi riportata dai grandi gruppi editoriali. Io che feci poco e male l'università ricordo abbastanza bene che una delle caratteristiche di una democrazia è la libertà dei mezzi di informazione, necessaria per l'efficacia della libertà di parola e di espressione. In Italia i giornali e le televisioni sono proprietà di pochi editori che hanno  forti legami politici e interessi industriali; la riforma di Renzi ha messo la televisione pubblica sotto il controllo del governo, completando la mutazione da televisione della partitocrazia prima e del duopolio Silvio-PD poi. Un'orchestra di giornali, tv, agenzie, istituti di controllo della disinformazione e fact-checkersss che obbedisce a pochi padroni, ma come fa a rispettare gli obblighi di imparzialità, completezza e veridicità dovuti al pubblico? Non può, è molto semplice.
Viviamo nello Stato fantoccio Italia e Gianni Alemanno deve tacere, come il suo partitino indipendente, sovranista e libero. Se lui starà in galera noi continueremo a fare quello che facevamo prima: dire quello che pensiamo, a testa alta perché il regimetto non ci fa paura, canticchiando "... Sono un ragazzo fortunato"...
Perché non vogliamo accomodarci a essere sudditi dello Stato fantoccio, un regimetto costituzionale nel quale i diritti fondamentali si sospendono con un DPCM; siamo i cittadini di una scomparsa repubblica di cartapesta, abbattuta nel 2011 da un colpo di stato. Siamo uomini liberi anche se ci carcerano.