ROTTA FUTURA

Dialogo di un venditore di mascherine e di un passeggere a piazzale Manila

 

"Mascherine, mascherine nuove; f-f-p-2, f-f-p-3 nuove. Bisognano, signore, mascherine?"

"Mascherine per il covid?"

"Certo, illustrissimo. Sono obbligatorie in Lombardia, e lo sono in Toscana quando le avranno distribuite a tutti li cittadini."

"Mi perdoni, pensa lei che distribuiranno mascherine ffp2 a dieci milioni di lombardi e a tre milioni e passa di toscani?"

"Non credo, messere, costerebbe troppo. Non si può fare, si ha lo obbligo di coprirsi la faccia con la mascherina o con la sciarpa. È una precauzione di buon senso."

"Il buon senso non protegge dall'infezione se si convive con un infetto, mentre è del tutto aleatoria la possibilità di infettarsi all'aria aperta. Indimostrata e indimostrabile. La mascherina di tessuto è un feticcio, un orpello della paura; quelli che ne raccomandano l'uso sono gli stessi che dicono che ci si infetta attraverso gli occhi. Non li ha sentiti dire che il virus è trasmesso dai peti? Sono bubbole pestifere per distrarre i deboli d'intelletto, per dargli l'idea di ricevere da chi governa indicazioni utili contro il morbo. La mascherina è mera decorazione. Non copro il mio volto con una pezza per ordine di chi dovrebbe nascondere la propria faccia per la vergogna, le mascherine servono negli ospedali e lì non si trovano."

"Messere, è un provvedimento preso dall'autorità per la sua salute, per proteggere lei e gli altri!"

"Questo, mi spiace, non può essere. Come la Legge non può prescrivermi come vestire se la mascherina non ha funzione medica, tanto meno posso ricevere prescrizioni di legge sulla mia salute contro la mia volontà. C'è scritto nella Costituzione. C'è scritto nella legge."

"Possibile? Come può rifiutare qualcosa che le può solo far del bene?"

"Lo afferma una legge recente: nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge. Ma si ribadisce un concetto ovvio di libertà fondamentale, si chiama Libertà di Cura. Anche impormi una mascherina per motivi sanitari non può essere fatto senza il mio consenso. Non ha mai sentito di gente che ha preferito la morte piuttosto che sottostare a una pratica che gli era vietata dalla sua religione? Se una persona può rifiutare una trasfusione o una amputazione che gli salverebbe la vita io posso ben rifiutare uno di questi stracci. L'idea poi che la mia libertà di cura possa essere negata dall'ordinanza di un governatore di regione mi fa solo ridere. Si tratta di diritti di rango costituzionale: lei lo sa?"

"Lo sanno tutti, messere, a meno che il terrore e l'ignoranza non gli facciano perdere il senno. Però, mi permetta passeggere, visto che stiamo discutendo in questo ameno giardino, di provare a convincerla. Vendere è il mio lavoro."

"E sia, ma prima la metto in guardia; vede questa statua che abbellisce piazzale Manila?"

"Certo, sembra un universitario col Pokedex."

"Più rispetto, corpo di Diana! È la statua a Josè Protacio Rizal, uno dei padri delle Filippine. Venne fucilato per le sue idee di libertà. Per me è un esempio."

"Vedo. Piuttosto, della mia mascherina, non crede che sia rispettoso portarla per non infettare altri? Non hanno il diritto alla salute?"

"Certamente che lo hanno, ma non per una malattia che non ho. Se vi fosse un esame medico che afferma che sono pericoloso per gli altri certo un giudice potrebbe anche emettere un'ordinanza per la mia quarantena. Io forse a sapere di essere malato mi ritirerei volontariamente nella quarantena. Non è però questo il caso: oggi mi si impone un trattamento per un male che non ho, per un malanno che il Potere teme che io possa avere soltanto per sua ipotesi. Se oggi accetto una terapia, una medicina, un dispositivo, un presidio medico nel nome dell'altrui salute per un disturbo che potrei non avere, solo per la volontà di chi scrive leggi e regolamenti, senza una prova o un esame, il Potere mi potrà imporre qualsiasi terapia, a suo arbitrio. La salute pubblica è a rischio per mia colpa se esiste un fatto medico che mi riguarda come individuo. Così si ritorna a quel che dicevo prima. Se oggi accetto la mascherina senza prove sul mio stato di salute domani potrò essere costretto a ingollare pillole, a fare un clistere, o essere rinchiuso perché "forse pazzo". Lei accetterebbe questa prospettiva?"

"Giammai, come si potrebbe vivere sotto questa minaccia?"

"Eppure quante volte si è imposta la terapia come modo di controllare il popolo, di terrorizzare la gente?"

"Già troppe, però qui si tratta di una mascherina: la mascherina che io vendo. Ho un'altra domanda, messere."

"Ben dica!"

"Non crede lei che non valga la pena di affrontare questo fastidio, per un breve periodo? Io le vendo le mascherine, vedo come sono utilizzate: la maggior parte delle persone che lavora la porta, come dire, a mezza'asta, appesa al viso, perché rende difficile farsi capire, lavorare, trattare un affare. Le tengono su per lo più gli anziani, giustamente preoccupati per la loro salute."

"Giustamente. E io infatti sto alla larga dalle persone e evito gli assembramenti, ma è una mia scelta. Loro possono mettere la mascherina e chiedermi di star loro lungi, liberamente e io liberamente mi comporto. Non sono forse riuscito a farle capire l'importanza di questa mia eccezione: un mondo in cui i cittadini devono adattarsi alla legge senza considerare le circostanze momentanee equivale a accettare passivamente le paranoie del Potere, per una invisibile minaccia poi: il sogno di un redivivo Stalin, di un novello Pol Pot."

"Suvvia! È solo una mascherina! Mica una manetta..."

"Proprio per la sua apparente poca importanza che è più pericolosa. Rizal non l'avrebbe indossata."

"Or non esageriamo..."

"Bene, direi di chiudere il discorso con questo ultimo argomento: legga qua. Ad alta voce, che tutti sentano."

"Leggo. Lettera m: usare la mascherina solo se si sospetta di essere  malati  o se si presta assistenza a persone malate. Lo conosco: è un decreto vigente, di quelli scritti dal presidente Conte."

"L'uso generalizzato delle mascherine è comunque non in linea con i decreti. La penuria di mascherine è stata provocata da mandrie di cittadini che la legge non la conoscono e dal governo che non la fa rispettare... Posso io mettermi in faccia uno dei suoi prodotti se è contrario alle raccomandazioni di legge e nefasto per i miei diritti civili?"

"Certo no."

"Un pezzo però glielo prendo, anche per ringraziarla della sua pazienza..."

"Grazie, girare e provare a vendere è il mio lavoro, ma se non la vuol indossare, a che scopo la procura?"

"Ne farò dono a un mio amico che pulisce negli ospedali, dove mancano e dove se le devono fabbricare. Sono loro a cui doveva pensare il governo e il governatore, e solo a loro."