ROTTA FUTURA

Lo zoppicante sovranismo del Corsera

Ripubblico di seguito un articolo di oggi del Corsera in cui si parla del sovranismo e nel quale l'A. getta sulla sostanza del movimento la forma che più gli conviene avendo, secondo me, l'obiettivo di sminuirlo e presentarlo come debole.
Intanto lo definisce "fumo" e sottolinea l'eterogeneità di chi lo propugna - ribadendo tra le righe che si tratta dell'idea di un'altra "accozzaglia". Poi ricalca il concetto come una recente invenzione d'Oltralpe. Poiché il sovranismo è nato in Francia, il lettore riceve l'impressione che abbia forme francesi.

"Bene supremo" si legge, perché discende "dall'esistenza di popoli nazionali omogenei, titolari della sovranità". Solo un lettore molto ignorante può non accorgersi che queste sono affermazioni due volte false: non esistono popoli nazionali omogenei in Europa - se non nei libri di storia alle scuole elementari -, e poi questa visione cerca di addossare al sovranismo le colpe classiche dei cattivi interni del nostro continente, purezza e l'omogeneità - quando nessuno dei sovranisti che conosco vuole queste cose e sono esistiti

Stati sovrani in Europa che facevano della eterogeneità il loro fondamento.

Il "sovranismo" descritto da Ferrera ha i colori di Marianna e forse può essere pensato per una nazione che ha le armi atomiche, il diritto di veto all'ONU ed è l'ultimo stato coloniale d'Europa - la Francia si è già fatta abbastanza sovrana in Libia e Siria. Non è detto che questa interpretazione sia la più utile e la più sensata da propugnare per i movimenti sovranisti del continente, tanto più se si aspira alla pace nel continente e nel Mediterraneo. Forse il sovranismo che propugniamo non è quello descritto da Ferrera che lo tratteggia con diversi punti deboli di comodo: dice che dà un appiglio ai "perdenti della globalizzazione" (e chi sono i vincenti?) e a chi vuole uno Stato che sia difeso da "ogni interferenza esterna". Queste sono posizioni false, inconsistenti. Per fortuna possiamo smettere di dare troppo credito all'A. quando ci accorgiamo che scrive che "la sovranità monetaria appartiene interamente alla UE". Non è così: la BCE è indipendente, il Consiglio non potrebbe costringere la Banca centrale a fare quello che vogliono gli eurodeputati. Il possesso della sovranità monetaria è un'altra cosa (dimostrazione: il 14% delle quote della BCE è in mano alla Banca d'Inghilterra). Dopo un tale strafalcione possiamo affermare che l'A. ci ha solo fatto il favore di parlare di sovranismo al grande pubblico della carta stampata, e non che lo abbia completamente e imparzialmente descritto.

Dovremo farlo noi, gli attivisti del societismo contemporaneo. Cominciamo con l'affermare che il sovranismo non è un frutto della crisi del 2008. Quando a Genova nel 2001 il "Blocco nero" spaccava e incendiava, lo faceva per protesta contro i rappresentanti democraticamente eletti di stati sovrani. Lo facevano in nome di cosa, per chi? Dopo 15 anni oggi abbiamo chiaro che dietro gli "anarchici" - che dicono di essere nemici mortali dello Stato - ci sono i soldi di gente tipo György Soros, gli esponenti di un potere che è extra-statale, quello della grandissima finanza. Le organizzazioni internazionali come l'FMI, la UE, le ONG, le multinazionali delle grandi commodities: tutte vedono nello stato nazionale un ostacolo da spianare, privandolo della sua forza di essere autonomo, la sovranità.

Il lavoro per tagliare i capelli della sovranità al Sansone dei popoli d'Europa è cominciato nel 1918 per volontà delle superpotenze, è stato portato avanti nel 1945 e con la scomparsa del confronto globale tra USA e URSS è stato proseguito da altri che meglio esprimono gli interessi del potenti globali.