Il vaccino marchio - la scienza inesatta
Ho raccontato in un post precedente che ho sentito parlare di sospetti sull'industria dei vaccini una ventina di anni fa.
Poco tempo dopo, nel 1999, i vaccini sono stati sul "banco degli accusati" nella vicenda della guerra in Kosovo e della "sindrome dei Balcani". Il principale indiziato era l'uranio impoverito contenuto in munizioni per gli attacchi a terra, metallo che avrebbe avvelenato i nostri soldati, in breve tempo e in massa; qualcuno sosteneva invece che i nostri militari fossero stati colpiti da un avvelenamento causato dai vaccini somministratigli in blocco prima dello schieramento nell'area.
Proprio in questi giorni la questione dell'impiego e presenza di munizioni radioattive in Italia ritorna a galla con una operazione assai goffa, che ha i tratti della disinformazione.
Alla fine sono quasi venti anni che la diatriba sul "metallo del disonore" si trascina senza che i termini e i fatti siano definiti.
Si sono fatte commissioni, si sono fatti studi, sono stati sondati gli esperti: l'unica cosa sicura è che nostri militari sono morti e altri sono malati, la commissione d'inchiesta ancora indaga, che paghiamo risarcimenti. Sulla questione dell'uranio impoverito, della sindrome dei Balcani e del Golfo, la cosiddetta scienza ha dimostrato che la medicina non è una scienza esatta, che anzi tende a diventare "inesattissima" quando ci sono di mezzo i soldi, il nome dello Stato e l'interesse di privati potenti. Alla faccia dello scientismo e del fatto che si pratica nel corpo vivo di esseri umani.