ROTTA FUTURA

Il brutale figlio della Repubblica

 

La violenza sessuale fa parte dei percorsi comportamentali dei primati e l'uomo non fa eccezione. Dimostrazione estrema della presenza dello stupro tra gli ominidi sono le violenze sessuali incrociate tra la nostra specie e quella dei Pongo pygmaeus, gli oranghi: Poe non scelse a caso il colpevole per The Murders in the Rue Morgue. Quel che distingue la nostra società da quella degli altri primati è l'aver sviluppato alcune strategie per contrastare le aggressioni sessuali.

Le tecniche per reprimerlo si sono presentate in tutte le società umane tanto quanto lo stupro e i provvedimenti ricadono in quattro categorie: la violenza organizzata contro gli stupratori, la prostituzione istituzionale, le sanzioni della legge e l'educazione morale.

La nostra società ha dovuto abbandonare i primi due strumenti. Ne sopravvivono vestigia tradizionali, comportamenti che consideriamo marginali e incivili. Tanto ci siamo voluti dire quindi civili, per l'aspirazione ad alti valori, che ci siamo voluti - e dovuti - affidare solo agli altri due strumenti: legge e morale. Proprio per il culto dei diritti dell'uomo, della società fondata sul diritto, il rifiuto della violenza, abbiamo voluto affidare il diritto delle donne ad uscire da sole al solo potere del codice penale e al rispetto inculcato dal sistema educativo.

Peccato che questo modello non funziona, e funziona ancor meno a seconda dei gruppi nazionali. Un articolista è arrivato a stilare stravaganti classifiche di maggior o minore propensione allo stupro per cittadinanza... Il brancolare in cerca di un argomento è giustificato dal fatto che i numeri non possono essere ignorati, quali che siano i metodi di calcolo: violenze sessuali divise per italiani e stranieri (autori), per 100.000 individui 2,76 commesse da "italiani", 17,96 commesse da "non italiani". Anche ricalcolando i numeri con altri metodi la differenza è netta: sta succedendo qualcosa, bisogna dire cos'è.

Le discussioni provocate dallo stupro di gruppo a Rimini tra estremisti immigrazionisti e loro avversari mostrano l'incapacità di accettare che la deviazione nella frequenza delle violenze sessuali per gruppi di nazionalità è il risultato di fatti organizzativi nella società, cioè di scelte politiche. Woody Allen, regista e attore pedofilo, nel Dormiglione (1973) al personaggio che gli dice che al mondo ormai tutti sono frigidi tranne alcuni di origine italiana, dice «Doveva essere qualcosa negli spaghetti!». Bhè, non possono essere gli spaghetti.

Il problema che stiamo avendo nasce dal fatto che in 25 anni abbiamo aumentato la quota di popolazione che non aderisce al sistema educativo di valori originato da Chiesa cattolica, società e Stato italiano. Anzi, molte di queste persone affermano apertamente il disprezzo per le donne, a tutti i livelli. Semplicemente: come può rispettare le donne chi è stato educato a credere che siano inferiori, e in specie "sessualmente soggette" alle regole di una società maschile?

Inoltre in settori della popolazione straniera i delinquenti sono facilitati a sfuggire ai rigori della legge perché il nostro sistema di indagine e repressione è sempre meno efficace e in particolare verso chi non ha documenti, alloggio, relazioni sociali che gli chiedano di aderire al sistema sociale. Il delinquente straniero riesce più facilmente a sottrarsi all'occhio e mano della legge finché compie reati minori. Gli sconti di pena, gli avvocati d'ufficio, gli indulti, suggeriscono ai criminali una parvenza abbastanza credibile di impunità: si può accumulare una sfilza di denunce - compresi reati contro la persona - senza che succeda nulla di grave. La legge italiana colpisce duro solo dopo, dopo che si è compiuto il delitto efferato. Questo è un sistema rudimentale - chiunque sia la vittima. Una società che si è data una legge brutale, lenta e pigra a prevenire, dura e spietata a punire, non può che far pagare agli onesti questa brutalità.

Se noi rivoltassimo quelle condizioni - cioè che a essere liberi dalle costrizioni morali e di etica fossero gli "italiani da sette generazioni" e fossero loro quelli a avere una maggiore facilità a sfuggire alla legge, rispetto agli sbandati stranieri, noi vedremmo le statistiche rovesciarsi: molti più crimini di autoctoni rispetto a quelli commessi dagli allogeni, a parità di campione. A pagarne il prezzo resterebbero sempre le donne, giovani e vecchie, italiane e straniere - come oggi.

Non importa chi è facilitato ad avviarsi a commettere un dato crimine, il problema è che lo Stato, la Repubblica italiana, non prende provvedimenti per abbattere le statistiche fino al punto che sia uguale la frequenza di delinquenti con il nostro passaporto e senza - per poi comprimere il più possibile il crimine. Questo obbedisce a una scelta ben precisa di politica sociale. Si fa una differenza tra criminali italiani e stranieri, non si sa e non si vuole reprimere e punire alcuni quanto altri.

Un sistema legale brutale, una Repubblica indulgente con chi disprezza le donne, non può che avere nello stupro il reato che meglio la rappresenta.